Addio a Diane di Prima | L’Altrove
È scomparsa il 25 ottobre la poetessa statunitense Diane di Prima.
Simbolo della Beat Generation al femminile, la di Prima nacque nel 1934 a Brooklyn. Cominciò a scrivere già da ragazzina e nel 1958 pubblicò la prima raccolta This Kind of Bird Flies Backwards. Questi furono gli anni in cui si fece portatrice del movimento Beat americano, allo stesso tempo si avvicinò anche al buddismo e alla mediazione.
Dell’esperienza Beat raccontò nel libro Memoirs of a Beatnik.
Con Amiri Baraka (Nome d’arte di LeRoi Jones) scrisse The Floating Beared ed insieme fondarono il New York Poets Theatre. Inoltre fondò la Poets Press.
Nel corso della sua vita diede alle stampe ben trentacinque raccolte.
Poetry is my life, my commitment. I accept it unconditionally. I’ve never wanted fame and I’ve never willingly compromised my poetry. I’ve never compromised my kids, either. Da un’intervista.
Quello che caratterizza l’opera di Diane di Prima è senza dubbio la schiettezza. Come ogni poeta della Beat Generation, anche lei mise per iscritto temi diversi che vanno dalla politica, all’attivismo, passando per la libertà sessuale.
La di Prima non ebbe paura di dichiararsi rivoluzionaria, anarchica come il padre, e per via del suo modo di vivere e scrivere venne anche arrestata dall’FBI negli anni ’60.
In un’intervista raccontò “Volevo tutto – molto seriamente e totalmente – volevo avere ogni esperienza che potessi fare, volevo tutto ciò che era possibile provare per una persona in un corpo femminile”.
Madre di cinque figli, poeta, folle rivoluzionaria, regina della Beat.
Poesie di Diane di Prima
Lettera Rivoluzionaria #1
Ho appena capito che il premio sono io
non ho altro
denaro per riscatto, nient’altro da spezzare o scambiare che la vita
il mio spirito dosato, frammentario, sparso
sul tavolo della roulette, ripago quanto posso
nient’altro da ficcare sotto il naso del maitre de jeu
nulla da spingere fuori dalla finestra, niente bandiare bianche
questa carne è tutto ciò che ho da offrire, fare il gioco con
questa testa qui e ora, e quello che vien dietro, la mia mossa
mentre strisciamo sopra questo bordo, proseguendo sempre
(si spera) fra le righe.
Canzone alle 24.
il tempo
ha mangiato la mia innocenza come un pistacchio
l’amore se n’è andato con la mia fiducia
o nobile primoamore
tutto verde limo
cosa hai fatto della mia risata
cosa hai fatto dei soldi che ti davo al venerdì
e dei buchi nelle mie scarpe?
mi domando
perchè
abbiamo dormito
insieme
quelle notti
e cosa abbiamo perduto.
A chi non ho mai amato
Chi mi consiglia di mollare
non ha mai amato.
Chi mi dice che non ne vale la pena
non sa cosa ora provo…
Forse non è più nemmeno
desiderio, affetto, passione, tenerezza
è solo amore o… disperazione.
È come se le sorti fossero già decise
ed io, ignara, sognassi ancora.
È la terribile verità
che bussa alla mia porta
ed io: stupida
fingo di non sentire.
Allora prendimi morte
nella stagione delle foglie cadenti
ma che sia vera morte dell’anima
e non solo dolore.
Il dolore fa male
la morte fa dimenticare…
e cancella gioie e tristezze
e spazza via te:
splendido astro idealizzato.