Le più belle poesie di Trilussa | L’Altrove
Nel giorno della sua nascita, vogliamo ricordare uno dei poeti dialettali più importanti: Trilussa.
Arguto poeta, unì satira, ironia e quotidianità nelle sue poesie.
Ecco le più belle poesie di Trilussa
La tartaruga
Mentre una notte se n’annava a spasso,
la vecchia tartaruga fece er passo più lungo
de la gamba e cascò giù
cò la casa vortata sottoinsù.
Un rospo je strillò: “Scema che sei!
Queste sò scappatelle che costeno la pelle…”
“lo sò” rispose lei “ma prima de morì,
vedo le stelle”.
Felicità
C’è un’ape che se posa
su un bottone de rosa:
lo succhia e se ne va…
Tutto sommato, la felicità
è una piccola cosa.
Avarizzia
Ho conosciuto un vecchio
avaro, ma avaro: avaro a un punto tale
che guarda li quatrini ne lo specchio
pe’ vede raddoppiato er capitale.
Allora dice: quelli li do via
perché ce faccio la beneficenza;
ma questi me li tengo pe’ prudenza…
E li ripone ne la scrivania.
La lucciola
La Luna piena minchionò la Lucciola:
– Sarà l’effetto de l’economia,
ma quer lume che porti è deboluccio…
– Si – disse quella – ma la luce è mia!
L’amore e l’odio
L’Amore disse all’Odio:
— Hai fatto un bel lavoro!
È per via tua che l’ommini
s’ammazzeno fra loro.
— In questo nun ciò scrupoli:
— disse l’Odio — perché
ho fatto sempre, in genere,
come hai voluto te.
Infatti pure er Diavolo,
ch’è protettore mio,
è stato er più bell’angiolo
ch’abbia creato Iddio.