Nasceva oggi: Frances Ellen Watkins Harper | L’Altrove
Nasceva oggi la poetessa, scrittrice e attivista americana Frances Ellen Watkins Harper.
Nacque a Baltimora nel 1825, rimase orfana all’età di tre anni e fu cresciuta da un Reverendo. Si appassionò in giovane età della letteratura e della scrittura e a soli ventanni pubblicò il suo primo libro di poesie Forest Leaves (Foglie di Foresta). Qualche anno più tardi, nel 1854, pubblicò Poems on Miscellaneous Subjects (Poesie su temi misti), il quale ebbe molto successo e venne ristampato più volte.
Scrisse anche racconti e romanzi, abbracciando molti generi letterari. Iola Leroy, or Shadows Uplifted, il suo primo romanzo pubblicato all’età di 67 anni, è uno dei primi romanzi scritti da un afroamericano.
Frances Watkins Harper fu una fervente attivista,sostenendo l’abolizionismo, il proibizionismo e il suffragio femminile.
Tenne discorsi, organizzò e partecipò a diverse riunioni ed eventi.
Nel 1858, a Filadelfia, rifiutò di cedere il suo posto nella sezione per neri di un tram, cento anni prima del famoso gesto compiuto da Rosa Parks.
Per questa occasione scrisse Bury Me in a Free Land (Seppellitemi in terra libera), una delle sue più famose poesie.
Nel 1873, Harper divenne sovrintendente della sezione nera dell’Unione nel presidio di Filadelfia e della Pennsylvania.
Morì il 22 febbraio 1911.
Bury Me in a Free Land, Frances Ellen Watkins Harper
Make me a grave where’er you will,
In a lowly plain, or a lofty hill;
Make it among earth’s humblest graves,
But not in a land where men are slaves.
I could not rest if around my grave
I heard the steps of a trembling slave;
His shadow above my silent tomb
Would make it a place of fearful gloom.
I could not rest if I heard the tread
Of a coffle gang to the shambles led,
And the mother’s shriek of wild despair
Rise like a curse on the trembling air.
I could not sleep if I saw the lash
Drinking her blood at each fearful gash,
And I saw her babes torn from her breast,
Like trembling doves from their parent nest.
I’d shudder and start if I heard the bay
Of bloodhounds seizing their human prey,
And I heard the captive plead in vain
As they bound afresh his galling chain.
If I saw young girls from their mother’s arms
Bartered and sold for their youthful charms,
My eye would flash with a mournful flame,
My death-paled cheek grow red with shame.
I would sleep, dear friends, where bloated might
Can rob no man of his dearest right;
My rest shall be calm in any grave
Where none can call his brother a slave.
I ask no monument, proud and high,
To arrest the gaze of the passers-by;
All that my yearning spirit craves,
Is bury me not in a land of slaves.
Seppellitemi in una terra libera, Frances Ellen Watkins Harper
Fatemi una tomba dove volete,
In una bassa pianura o sopra un’alta collina;
Fatemela fra le tombe più umili sulla terra,
Ma non in una terra dove gli uomini sono schiavi.
Non potrei riposare se intorno alla mia tomba
Udissi i passi di uno schiavo tremante;
La sua ombra sul mio silenzioso sepolcro
Lo farebbe diventare un luogo di oscuro terrore.
Non potrei riposare se udissi i passi
Strascicati di un gruppo di schiavi condotti alla carneficina
E il grido selvaggio e disperato di una madre
Levarsi nell’aria vibrante come una maledizione.
Non potrei dormire se vedessi la frusta
Bere il suo sangue ad ogni orrenda sferzata,
E i bimbi di lei strappati al suo petto
Come colombe tremanti dal nido dei genitori.
Trasalirei e inorridirei se udissi i latrati
Dei segugi che afferrano la preda umana
E il prigioniero invano implorare
Mentre lo legano all’odiosa catena.
Se vedessi le fanciulle strappate alle braccia materne,
Barattate e vendute per la loro giovane bellezza,
I miei occhi sfavillerebbero di dolorosa fiamma,
Le mie guance pallide di morte avvamperebbero di vergogna.
Vorrei dormire, cari amici, dove nessun tronfio potere
Possa derubare l’uomo del suo più sacro diritto;
Il mio sonno sarà calmo in una tomba
Dove nessuno chiamerà schiavo il suo fratello.
Non chiedo un monumento grande e maestoso,
Che arresti lo sguardo dei passanti;
Tutto quello che il mio spirito ardentemente implora
È “non seppellitemi in una terra di schiavi”.