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Recensione: “Il silenzio non tace” di Ugo Mauthe | L’Altrove

Quelle di Ugo Mauthe in Il silenzio non tace (Edizioni Ensemble, 2019) sono poesie una-tira-l’altra. Brevi, anzi, brevissime si leggono piacevolmente e le più lunghe sono formate da cinque o sei versi.

Il libro si presta ad una lettura non in sequenza, possiamo saltellare tra le pagine, ritornare a leggere la stessa poesia più volte o passare direttamente all’ultima pagina.

Ma non ci lasciamo ingannare dalla semplicità apparente della composizione poetica di Mauthe. In copertina leggiamo:

s’inspirano e si espirano
gli spiriti che mai spirano
e tutt’intorno spirano

assonanze, rime, allitterazioni, giochi di parole sono il pane quotidiano del poeta palermitano.

porta che sbatte
passi che batte
notte di matte
voglie disfatte

Leggendo, viene da pensare che la poesia di Ugo Mauthe sia aforistica. Il poeta riesce a concentrare in pochi versi pensieri più articolati. Mauthe muove la sua poesia attorno a questa immediatezza di lettura. Ma dietro questa immediatezza, si cela la natura del poeta. Non si tratta di frasi lasciate al caso o scritte di getto in momenti di noia, bensì il lavoro di Mauthe è grande e difficoltoso. Lo immaginiamo lavorare su ogni verso, a calibrare ogni parola, a pesare su quei bilancini da gioielliere ogni sillaba e che nessuna scansi a questa meticolosa operazione. Potremmo definirlo un gioiellerie, Mauthe. Perché di perle come la sua poesie ce ne stanno poche.

infiniti sono gli dei
infinito è il disamore del mondo


tornano
come creature preservate
dall’ambra


il tempo scocca ricordi
mai che sbagli memoria mai
che si assentino le assenze.

Con grande sapienza, Ugo Mauthe ci spinge a fare qualcosa di più che leggere, ci spinge a pensare, riflettere. Quando la poesia si apre e conclude in tre versi, il lettore non può fare altro che continuare la stessa a modo suo, ad interpretarla, a farla propria. Questo rappresenta la vera e propria forza della poesia del poeta di Palermo.

L’AUTORE

Ugo Mauthe (Palermo, 1953) è un pubblicitario con una lunga esperienza come copywriter, direttore creativo e docente di comunicazione. Nel 2017 con la fiaba Sem fa cucù ha vinto il contest “Racconti nella Rete” (pubblicata poi all’interno di un volume edito da Nottetempo). Ha pubblicato il romanzo Qunellis e la raccolta poetica Minuziosa sopravvivenza. Ha ottenuto riconoscimenti in vari concorsi, fra cui Albero Andronico, Argentario, Bukowski, Pietro Carrera, Città di Castello, Città di Cattolica, Fiabastrocca, Giovane Holden, Carlo Levi, Il Meleto di Guido Gozzano, Lorenzo Montano, Andrea Torresano.

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