Addio a Gabriele Galloni | L’Altrove
Con grande tristezza apprendiamo la notizia della morte di un giovane poeta: Gabriele Galloni.
Galloni nacque a Roma nel 1995 e diresse il Blog Inverso – Giornale di Poesia. Diede alle stampe diverse raccolte: Slittamenti (Augh!, 2017); In che luce cadranno (RPlibri, 2018); Creature breve (Ensemble, 2018). Sonno giapponese, (Italic Pequod, 2019) e L’estate del mondo (Marco Saya, 2019).
Gabriele fu ospite del nostro Blog qualche tempo fa, quando recensimmo il suo In che luce cadranno (RP Libri), un libro in cui indagò sui morti, sul loro rapporti con i vivi, sulle loro domande, sul loro pensieri, sulla vita che condussero in terra.
Un rapporto strettissimo, quasi ossessivo con la morte e con tutto il mondo dell’aldilà, una poesia acuta, sprezzante e che ne faceva una delle voci più interessanti del panorama poetico italiano.
Uno degli ultimi post su Facebook è quasi profetico:
Lo ricordiamo con alcune sue poesie.
La musica dei morti è il
contrappunto
dei passi sulla terra.
Da In che luce cadranno
Tra le facoltà umane non è compresa l’ellissi.
Il giovane scrittore di successo prende atto di questo. I momenti noiosi non può saltarli. Deve viverlo, il vuoto; tutto minuto per minuto. Non come nei suoi libri che un mese passa così, in due righe.
Questo è inaccettabile. Il giovane scrittore di successo prende la macchina e si schianta contro un palo; nel bel mezzo del deserto. Un palo della luce. Un lampione.
Messo lì, quel lampione, per le notti dei pellegrini. Per le carovane che perdono la strada.
Il palo diventa un monumento funebre. Alla sua luce viene sostituita una croce di ventisette centimetri, ciondolante; il filo è così sottile che la croce dà l’impressione di librarsi nell’alto perenne.
Il palo è meta di numerosi pellegrinaggi, adesso.
Da Sonno giapponese
Scappi via e ridi; lasci che la schiuma
ti evapori nel tuffo – e piena l’onda
già ti fa ruzzolare sul fondale.
Questi anni nostri non avranno male;
saranno sempre gli anni del Miracolo
per ogni luce che mi indicherai
spegnersi a basso volo sopra i campi
di Torvaianica.
Da L’estate del mondo