Recensione: “E sia” di Grazia Procino | L’Altrove
E sia di Grazia Procino (Giuliano Ladolfi Editore, 2019) è un’opera piena, sapientemente diffusa nel sigillo introspettivo di un’unità di eloquenza sostenuta con energia leggendaria nella sensibile cognizione dei sentimenti umani, nella loro essenza. L’attitudine emotiva è annunciatrice di una antica forza interiore che accomuna il tempo e il carattere delle sensazioni, esorta a sostenere e difendere la propria natura elegiaca. La poetessa ripercorre attraverso antiche destinazioni gli itinerari di una riflessione esistenziale che parte dal passato, concentra nella agilità linguistica una mitologia di evocazioni letterarie che confronta la solennità delle passioni con la fugacità terrena, l’autentica identificazione con un universo che ci appartiene e ci fa interpreti di ogni alleata conquista. I testi delineano l’incertezza e la temporaneità delle vicende umane in ogni squarcio della loro sorte, intrecciano i ruoli dell’anima unendoli alla maturità dell’obiettivo giudizio, rivelando la seduzione estetica ed etica di un accordo reale di intenti con la vita. Le vicissitudini sono motivo di crescita umana, di conferma universale al confronto con la perpetua relazione ancestrale delle intuizioni liriche. I versi di Grazia Procino plasmano il pensiero dell’unità spirituale, nel riflesso di un bisogno collettivo di superare i limiti del reale e di oggettivare ideali e valori leali. La visione del mondo poetico ha un significato simbolico, riflette la natura e la civiltà degli uomini in una cosmogonia umanistica in cui l’origine è anelito all’equilibrio e alla evoluzione di ogni insegnamento. I componimenti nutriti dalla struttura stilistica della tragedia greca, invocano i canti solenni (stasimi) ed esprimono l’incondizionato commento di riflessioni morali nel puro virtuosismo poetico, contemplando la qualità universale dell’esperienza. L’intensa fermezza di ogni azione drammatica, intermezzo nei laceranti conflitti dell’uomo e nelle individualità disilluse, è una manifestazione sospesa nella materia epica ereditata dal primitivo riflettere sul mistero dell’esistenza smarrita, una condivisione per rafforzare la chimera delle fiduciose prospettive ed accogliere il rinnovamento della comunità arcaica nella solidarietà moderna.
Ecco alcuni testi scelti:
Non mi ha mai sfiorata
il desiderio di essere come tutti
io papavero ai bordi
di un asfalto al catrame.
Prologo
Tra i pensieri che non
si imbrigliano e il sole
che non si lega
il cane abbaia e la vita
corre.
Pomeriggio di estate a casa mia
Vivo tra le cicale.
Nel sole cotto della controra sono
a cantare. D’improvviso
lente
le campane a morto
si sovrappongono al confine netto
tra la letizia e il pianto.
Tacciono le cicale.
La vita depone le armi e
si inchina alla ineluttabilità della sorte.
Si sente sulla pelle
un abbozzo di eterno.
L’eco lunga
Ho tempi brevi.
Mi mancano le vocali lunghe
un tempo futuro che si inarca
per le colline gonfie e si perde
dondolandosi
nelle discese sgombre di pensieri.
Ho vita limitata ai tuoi abbracci
che lambiscono i miei fianchi
docili non più insolenti.
E sia
Lo so. Ci si aggrappa a tutto
pur di non sprofondare
anche alla notte.
Infine di festa
Come fili di luce
appesi al balcone
in fine di festa
sta la malinconia.
Orizzonti
Io non so dell’amore che le onde alte
e Odisseo che ritorna
a un’Itaca piena di sassi
sterposa e brulla
il profumo del mare lieve che
intona nostalgie e robusti desideri.
L’AUTRICE
Grazia Procino, docente di Lettere presso il Liceo Classico, ha pubblicato haiku nella raccolta collettiva edita da Fusibilia, la raccolta poetica “Soffi di nuvole”( Scatole parlanti, 2017)- Premio Speciale al Premio nazionale Poetika- e i racconti “Storie di donne e di uomini”( Quaderni edizioni, 2019). “ sia” ( Giuliano Ladolfi Editore) è la sua seconda silloge poetica. Una sua poesia è stata selezionata per l’IPoet di gennaio 2019 da Lietocolle; sue poesie sono apparse su riviste specializzate come Poesia Ultracontemporanea e Poesia del nostro tempo. Maurizio Cucchi su La Repubblica di Milano e Vittorino Curci su La Repubblica di Bari hanno selezionato una sua poesia.
A cura di Rita Bompadre – Centro di Lettura “Arturo Piatti”
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