Su Manlio Marinelli, il poeta di Ancona | L’Altrove
Ancona ha dato i natali a poeti di fama nazionale e locale come Palermo Giangiacomi, Plinio Acquabona, Mario Panzini, Franco Scataglini e Fabio Maria Serpilli insieme ad altri nomi fino ad arrivare alle nuovi generazioni, come per esempio Enrico Marcucci, Lorenzo Fava e Marco Ausili. Nomi del passato i primi che devono essere obbligatoriamente affiancati a colui che può essere riconosciuto come uno dei primi poeti anconetani in assoluto, ovvero, il poeta e critico architettonico-letterario Manlio Marinelli. Marinelli è nato nel 1886 e morto sul Monte Carso nel 1915 a soli ventinove anni, durante la Prima Guerra Mondiale. Poeta del quale non abbiamo opere poetiche complete, ma solo alcune liriche inserite nell’antologia a più voci Dieci condizioni poetiche, del poeta e scrittore anconetano Plinio Acquabona.
Antologia di vitale importanza e con un forte impatto simbolico, poiché fu realizzata da un intellettuale anconetano, che riunì le amicali voci poetiche con alcune liriche inserendo per ogni poeta un breve e inedito saggio critico-poetico; quest’opera fu, inoltre, un trampolino di lancio per la gloria nazionale di poeti come Franco Scataglini e Francesco Ghedini. Un’antologia concepita anche come un sordo urlo di dolore lanciato nell’aria dal 1999 ad oggi perché, criticamente parlando, nessuno critico locale e nazionale mai si occupò di Manlio Marinelli. Allo stesso modo non voglio che il mio sia solo un mero ricordo poetico, ma piuttosto uno dei primi ed inediti studi su Manlio Marinelli, con la speranza,di potersi trasformare in parole iniziali per nuove indagini, ricerche, pubblicazioni ed eventi riguardanti il poeta anconetano.
La poesia di Manlio Marinelli, come ci mostra Plinio Acquabona, si basa su un’incurabile malinconia, un’ubriaca fiacchezza e un’esistenza concepita come una valle di lacrime. Tematiche queste affiancate dalla tematica di stampo etico-filosofica, in cui gli uomini e le donne sono concepiti come esseri emarginati dal Mondo, poiché, incapaci di vivere all’interno di un universo terreno privo dell’affetto e mosso unicamente, dall’ira. Isolamento socio-esistenziale superabile dagli Uomini attraverso la Morte, da Marinelli concepita come l’unica strada purificatoria in grado di renderci totalmente liberi. Parole preziose e importantissime spese da Plinio Acquabona e che devono essere affiancate da altre parole critiche estrapolate dalla lettura in prima persona. Poesia etico-filosofica e cimiteriale, ma anche dai toni esistenziali in cui il poeta rimembra la sua falsa esistenza eroica, poiché la sua vera Vita altro non è che uno spirto vacuo, nudo e maledettamente bisognoso di un vivo, intenso e palpitante riflesso etico-sociale. Spirito, anzi spiriti quelli marinelliani, costretti a consumare la loro grigia, cinerea, cadaverica e cimiteriale Vita in universi carnalmente soffocanti, spiritualmente brumosi ed eticamente oceanici; e che possono salvarsi dalla loro condizione socio-esistenziale e psichica, solo e unicamente, attraverso la Morte dal poeta concepita come un dolce abbraccio, in grado di purificare i loro dolori carnali e le loro lacrime psichiche. Poesia, infine, realizzata da Manlio Marinelli attraverso una struttura sintattico-grammaticale e linguistico-verbale composta da parole aspre, selvagge, cigolanti, assordanti e capaci di uccidere qualsiasi vento fresco che cerca di purificare, disinfettare e umanizzare l’esistenza dei suoi spiriti condannati a consumare una Vita, in oscuri e demoniaci abissi oceanici.
Poeta Manlio Marinelli, che, come detto all’inizio di questo mio articolo, deve essere assolutamente riscoperto dagli anconetani, poiché, in questo modo possono riabbracciare un loro fratello da tempo ormai dimenticato e in particolar modo, attraverso la sua poesia, possono difendere la loro identità etico-sociale all’interno di una società schiava della falsa cultura dei social network e governata dall’indifferenza, dalla xenofobia, dall’avarizia e dall’emarginazione socio-esistenziale.
Bibliografia di Riferimento:
ACQUABONA PLINIO, Dieci condizioni poetiche, Ancona, Nuove Ricerche, 1999.
A cura di Stefano Bardi.