L’influenza di Chaplin in Palazzeschi ed Eliot | L’Altrove
Parliamo di Charlot, il noto personaggio protagonista del film di Charlie Chaplin, a partire dal film The Tramp. È colui che è riuscito a spopolare non soltanto in mezzo alla gente ma anche nell’illustre mondo della letteratura del novecento, modifandone i connotati e influenzando persino le arti.
Charlot è un uomo solo, schiacciato da un mondo prepotente e violento, vincendolo. Un’influenza particolare del film di Chaplin la ritroviamo nel disegno dell’artista tedesco George Grosz (1893-1959) il quale omaggia il fotogramma A dog’s life, intitolando il disegno Selbstbildnis (autoritratto) comparso nel 1919 in una rivista dadaista di Berlino <<Der Dada>>, accompagnato dal testo: “Che cos’è il dada? Un’arte? Una filosofia? Una politica? Un’assicurazione contro l’incendio? Oppure: la religione di Stato? Il dada è vera energia? Oppure esso è un bel nulla? Ovverosia: tutto?”. Nel disegno di Grosz, emerge la voglia di disallinearsi al mondo borghese, il protagonista si traveste, mentre per quanto riguarda il testo annesso al disegno, lo troviamo d’ispirazione alla poesia di Palazzeschi intitolata Chi sono?
Sul tema dell’artista come clown troviamo riferimenti nei dipinti di Degas, Picasso e Klee e letterari in Laforgue, Apollinaire, Starobinski e Rilke. Per quanto riguarda il mondo poetico, troviamo dei riferimenti della trasformazione del poeta in saltimbanco in Aldo Palazzeschi (Ritratto del saltimbanco da giovane e Il funambolo incosciente), ed Eliot (sul Canto d’amore di J. Alfred Prufrock e in Esercizi per le cinque dita).
In Palazzeschi, così come in Chaplin, troviamo l’ironia che cela una profonda serietà e un certo livello di disincanto, un’interrogarsi sulla figura del poeta dall’esterno: “Chi sono io? / il saltimbanco dell’anima mia”.