Estratto da “Preludio” di Valeria Minciullo | L’Altrove
Preludio (Ensemble Edizioni, 2019) è la prima raccolta in versi della poetessa messinese Valeria Minciullo.
Di seguito ve ne proponiamo un estratto.
Il mio piccolo cielo sul mare
Ansima il cielo,
il mio piccolo cielo sul mare,
e mi chiedo se sa,
se ha visto a Ponente
quel ponte campato
crollare,
le vite all’oscuro
cadere,
i volti distinti
degli uomini in grigio
– gli esperti –
annegare ogni colpa.
Io credo che sappia,
– m’illudo c’insegni –
e su questa mia piccola terra
mi sembra che si agiti
in alto una belva,
e ha gli artigli lucenti
che graffiano i lividi
muri,
un ruggito che intima fuga.
La minaccia è incombente,
ma la gente al suo lido rimane,
l’estate, la vita normale
continua
– È giunta la pioggia!
– No, è solo un bambino che gioca
coi sassi sull’acqua…
Attendono gli uomini,
indugiano, sfidano il tempo
e nel mentre dimenticano.
Finché non arriva
– annunciato –
il tracollo del pianto.
Bedda matri
Sicilia,
accoglimi sempre
quando ritorno
come una madre
paziente
e senza rancore
che attende alla porta
l’inusitata venuta,
seppur fugga
ogni volta da te
che hai bisogno
e vorresti implorare
ad ognuno:
rimani.
Torneremo,
lo spero,
– vorrei dirti
“lo giuro” –
a ripagarti
dell’imperdonabile assenza,
a donarti ricchezza
e bellezza
raccolte in quei lidi
stranieri
dove mai mettemmo
radici.
Figli grati,
al tuo ventre
legati,
partiti
e tornati
per sempre.
Un bacio
Saliva a ondate
l’acqua,
bocca a bocca,
scendeva un rio
segreto,
lungo il tronco,
stillava da una crepa
via dal monte,
scirocco il vento
dolce respirava,
sentivo l’erba rasa
farsi umida.
Si fa strada, talvolta, così, la paura
Si fa strada, talvolta,
così, come un rigo di lava
tra rocce,
una strana e sommessa paura,
un sottile timore
di perderti;
di sentirti le labbra seccarsi
se ancora mi baci,
e con l’occhio ingrigito
trovarti a guardarmi
pensando a tutt’altro,
e che poi la tua mano finisca d’intendersi
con la mia nuca,
e che io non diventi
nient’altro per te
che la scia di uno sfogo
d’amore, niente più
che un pensiero normale,
tra la spesa da fare
e che cosa si mangia per cena,
che ti metta ad amarmi come s’amano
male le belle abitudini.
Si fa strada, talvolta,
così,
la paura.
Come un rigo di lava
scorrendo si fredda,
ed un tratto di roccia,
col tempo,
essa stessa, diventa.
Preludio
Sbocciano gli occhi
all’epilogo del sonno.
Sei il mattino
che scorre
fra lamelle
di persiane chiuse
da tempo.
Le allargo un altro po’
per farti strada
fra gli intervalli
del legno
che piano si riscalda.
L’imposta a poco a poco
si spalanca,
tu indossi un sole giallo
al posto della gonna,
e prilli su di me.
Il sonno mi dà il suo arrivederci
– e tu –
non serve che mi dici buongiorno.
L’AUTRICE
Valeria Minciullo (Messina, 1986) ha studiato a Roma, Messina e Bologna, laureandosi rispettivamente in Scienze della comunicazione, Scienze dello spettacolo e conseguendo il master in
Imprenditoria dello spettacolo. Si è occupata di comunicazione, giornalismo e critica in ambito teatrale – prima all’ITC Teatro di San Lazzaro, poi con l’associazione bolognese Altre Velocità – e ha frequentato per un anno un laboratorio di teatro sperimentale a Bologna.
Preludio è la sua prima raccolta poetica.