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Addio a John Giorno | L’Altrove

Ci ha lasciato venerdì, 11 ottobre, all’età di ottantadue anni, il poeta e artista statunitense John Giorno.

Giorno era ormai uno degli ultimi poeti della Beat Generation, grande amico e collega di Allen Ginsberg e amante di Andy Warhol, con il quale realizzò Sleep, un lungometraggio in cui si vede Giorno dormire nudo per quasi sei ore. La vicinanza di Warhol lo portò a sperimentare la Pop Art nella poesia. Famosissimi sono i suoi Poem Paintings, cartelloni con frasi più o meno provocatorie come”I Want To Cum In Your Heart”, “Eating The Sky” e “Life is a killer”.

Nel ’68 fondò il Giorno Poetry System Institute, un centro per la poesia in forma di arte. Il poeta fu uno sperimentatore instancabile, pieno di idee e di voglia di portare la poesia vicino alla gente, con tutti i mezzi possibili. Per questo si affidò anche all’uso del telefono. Infatti nel 1969, dal MoMa di New York, fece partire il progetto Dial-A-Poem che permetteva, digitando un numero di telefono, di ascoltare cinque minuti di poesia.

Ma Giorno fu anche un’attivista lanciando campagne di sensibilizzazione per la lotta contro l’AIDS, contro la guerra in Vietnam e per i diritti degli omosessuali.

Tra i suoi libri più celebri tradotti in italiano ricordiamo Per rispondere devi bruciare (Giunti Editore). Da questa raccolta vi proponiamo una sua poesia:

Demoni nei dettagli

per William Burroughs, Allen Ginsberg, Brion Gysin ed alcuni altri

C’era una volta
un gruppo
di amici
che si amavano
tanto tanto,
fecero tutti
la promessa
di stare insieme
fin quando tutti
avessero ottenuto
l’illuminazione,
e vita
dopo vita,
e dopo infinite
rinascite
e pratiche,
tutti
si resero conto
dell’assoluta
vuota,
vera natura
della mente.
Erano
così felici
e contenti
che si misero
a ballare
e ballare,
e ballarono
e ballarono,
erano tanto felici
nello scioccante
riconoscimento
del vuoto
e compassione,
continuarono
a ballare
ballare
e ballare,
fino a ballare via
tutta la loro carne
e pelle,
fin quando
non rimase
nulla
altro
che le ossa,
e continuarono
a ballare
nelle loro ossa,
a ballare
scheletri
scheletri ballanti.
Levigati
crani
e dita
veloci,
denti
sorridenti
e orbite
grandi aperte,
phymas
scivolanti
e tibie
scricchiolanti,
spine dorsali
brillanti
e rotanti
brillanti e rotanti,
costole
gridanti
e mandibole
cantanti,
bacini
che si contorcono,
ossa
che rabbrividiscono
e ossa
che si scuotono;
ti voglio
saltare
nel cuore,
ti vengo
nel cuore
da qui.
Quando fa troppo caldo
per stare bene
e non puoi avere
un cono gelato
non è
un peccato
togliersi
la pelle
e ballare
soltanto con le ossa
non è un peccato
togliersi la pelle
e ballare
soltanto con le ossa.
Avete generato
abbastanza
compassione
per riempire
il mondo
e ora,
tutti voi
che riposate
nella grande
equanimità,
siete arrivati
a una grande chiarezza
e grande felicità,
e il vasto
vuoto
spazio
della Primordialmente pura
Mente Saggia.
Ma i nostri amici
non erano
del tutto,
non erano esseri
completamente
Illuminati;
e a volte
centomila anni
in uno dei
favolosi mondi deici
o nei più alti
paradisi,
è un anno
qui
o un paio di anni
qui
nel nostro,
per quel
che sia.
Pessimi Re
che fanno sempre
bella figura;
ora,
in questo stesso momento,
le loro coscienze
sono terrorizzate,
le campane
dell’inferno
le campane dell’inferno,
le campane dell’inferno
ti hanno
mozzato
la testa,
e ti stanno cacando
giù
per la gola,
il peggio
sta accadendo
in questo momento,
il peggio
del peggio,
sta accadendo
ora,
la vita
continua.

Traduzione di Raffaella Marzano.

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