Giovani Poeti
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Giovani poeti: Christian Negri | L’Altrove

Oggi siamo felici di presentarvi un giovane e talentuoso poeta in erba.

Il suo nome è Christian Negri, è uno studente e abita in provincia di Lecco. Nonostante la giovane età, Christian sta già lavorando alla sua prima raccolta.

Non vogliamo dirvi altro, sarà lui stesso a presentarsi.

Grazie, Christian. Quando hai iniziato a scrivere poesie?

Ho cominciato circa un anno e mezzo fa, come semplice passatempo.

Cosa ti spinge a scrivere e ad usare i versi anziché la prosa?

Mi pare che nella poesia ogni singola parola sia pregna di uno o più possibili significati e che un singolo verso divenga così un intricato labirinto di interpretazioni, laddove la prosa presenta possibilità meno varie perché dipendente dall’integrità del testo.

“So che la poesia è indispensabile, ma non saprei dire per cosa”, scrisse Jean Cocteau. Per te la poesia è indispensabile? E per cosa?

Il nostro è un mondo a colori ed ogni colore possiede infinite sfumature. Credo che la poesia sia indispensabile per cogliere quelle sfumature.

Proviamo ad immaginare. Se potessi incontrare un poeta, magari non vivente, chi sceglieresti e cosa gli chiederesti?

Personalmente, sceglierei di incontrare il gallese Dylan Thomas per potergli domandare come egli sia riuscito a rifugiarsi così a lungo in quella spensierata fanciullezza che lo aiutò nei momenti più bui della vita.

Ecco alcune sue poesie:

Lo stagno

Da qui si vede la valle tutta:
un tumultuoso, inquieto stagno.
Da quassù paiono calme le acque:
nessun monello le ha agitate;
allo sguardo spicca quel nitore
di corrente calma e vivace.

Sfumature sinuose si torcon
tra le ninfee, segnali del mondo;
s’illuminano ad ogni istante
dello scherzo d’un nuovo bagliore.
Eppure da sotto nulla traspare,
né alghe, né pesci, né alcuna scia.

Congresso letterario

Domandi che vedo?
Omini distinti
e parrucche finte,
penne scaricate
e spade slamate,
giacche di sartoria
e vesti d’ipocrisia,
pagine consunte
e lettere smunte,
e sfinimento,
e tempo tormento.
Come un ballo di gala
che persa ha la tramontana,
questo vedo.
Ma ora anche io mi siedo.

Il potere della memoria

Giacciono stracci di nubi purpuree
in ogni dove e quando con letizia,
spettri pulsanti su valli cineree
di ciò che è stato.

Su per rocce, pinnacoli e costoni,
tra gole dirupate e canaloni,
umidità di ricordo e mestizia,
di un passato.

Ardite poiane, corvi pavidi
volteggianti tra sterpi e ginepro,
paiono in quel inghiottiti timidi,
che era fato.

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