Riscoprire i poeti

Le lettere tra Vita Sackville-West e Virginia Woolf | L’Altrove

La turbolenta esistenza di Vita Sackville-West, stimata poetessa inglese, si incrociò inevitabilmente con quella di Virginia Woolf nei primi anni ’20 del Novecento. Le due scrittrici si conobbero al circolo di Bloomsbury, un ambiente molto conosciuto e frequentato dai letterati del tempo. Tra loro nacque subito una profonda amicizia che si trasformò in un’irrefrenabile passione.

Se da una parte Vita aveva già avuto diverse esperienze (la fuga d’amore in Francia con Violet Trefusis ne è un esempio) e viveva la sua unione matrimoniale in maniera molto libera, dall’altra Virginia non era abituata a tali pulsioni, anzi ne era terrorizzata. La bellezza di Vita risvegliava in lei sentimenti forse serbati a lungo, trovava quella donna affascinante ed erotica come nessuno mai.

Dopo tre anni dal primo loro incontro, la Sackville-West fece la prima mossa e invitò la Woolf a casa sua; quello stesso giorno cominciò una lunga relazione che durò ben quindici anni.

Di questo lungo, difficile, geloso, possessivo e inconfondibile amore ci sono rimaste le lettere, tantissime, che le due si scambiarono. A marzo di quest’anno è uscito per Donzelli, a cura di Elena Munafò, il libro Scrivi sempre a mezzanotte. Lettere d’amore e di desiderio che ne raccoglie più di cento.

Vi proponiamo di seguito lo scambio più famoso. La lettera di Vita scritta sull’Orient Express diretto in Persia e la risposta di Virginia.

21 gennaio 1927

Sono ridotta solo al desiderio di Virginia. Ti avevo scritto una lettera bellissima quando non riuscivo a prendere sonno durante la notte piena di incubi ma ora non ricordo più nulla: mi manchi, ecco tutto… e in modo semplice, disperatamente concreto. Tu, con tutte le tue lettere ricercate, non scriveresti mai e poi mai delle parole così elementari e, forse, non proveresti nemmeno quel sentimento. Credo che ora sentirai un piccolo vuoto ma so anche che lo avrai celato dietro una frase così perfetta da fargli perdere un po’ del suo valore. Con me, invece, manterrà tutta la sua forza: mi manchi più di quanto potessi immaginare anche se mi ero preparata a sentire molto la tua mancanza. Ecco perché questa lettera è una sofferenza continua. È incredibile come tu sia diventata essenziale per me. Penso che tu sia abituata a sentirti dire questo genere di cose dagli altri, maledetta creatura viziata. Sono un libro aperto eppure so che così non mi amerai di più: ma cosa ci posso fare? Cara, non riesco a essere furba e scostante con te, ti amo troppo per comportarmi così. È la pura verità. Non hai idea di quanto possa essere scostante con le persone che non mi piacciono. È un’arte che ho affinato. Tu, però, hai fatto cadere le mie difese e a me non dispiace affatto.
Ma ora basta, non voglio annoiarti oltre.
Siamo ripartiti e il treno sobbalza di continuo. Ti scriverò nelle stazioni che, per fortuna, sono molte nella pianura padana.
A Venezia c’erano tante stazioni ma non avevo tenuto in considerazione che l’Orient Express non si sarebbe fermato. Quindi, eccoci a Venezia solo per dieci minuti, nemmeno il tempo di provare a scriverti. Non riesco neppure a comprare un francobollo italiano: spedirò la lettera daTrieste.
Le cascate in Svizzera erano una cortina iridescente di ghiaccio, sospesa sopra la roccia: bellissime. E in Italia tutto era coperto dalla neve.
Stiamo per ripartire, dovrò attendere fino a domani mattina quando saremo a Trieste. Perdonami per questa lettera così infelice.
V.

La risposta di Virginia Woolf:

“Rinuncia al tuo uomo e andremo a Hampton Court a cenare sul fiume, a camminare nel giardino sotto la luna, e torneremo a casa tardi con una bottiglia di vino. Rinuncia al tuo uomo e io ti dirò tutto ciò che ho nella testa, milioni, miliardi di pensieri. Pensa a questo, rinuncia al tuo uomo e vieni con me. “

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