Poesie per ricordare Gianni Rodari | L’Altrove
Il 14 aprile del 1980 ci lasciava una figura importantissima nel campo educativo e culturale: Gianni Rodari. Per lui, le parole erano importanti per costruire la società partendo dai più piccoli, le parole erano pillole di fantasia ed immaginazione, ma anche un modo per incapsulare la realtà e renderla comprensibile ed accessibile. Le parole utilizzate da Rodari erano “parole del mondo”, capaci di spingere il bambino a guardare oltre e crescere.
Rodari, che ricordiamo come maestro di scuola elementare ma anche giornalista, dedicò la sua vita a questa missione educativa e vogliamo ricordarlo come il “poeta dei bambini”.
Condividiamo con voi alcune sue poesie e filastrocche:
Parole
Abbiamo parole per vendere
parole per comprare
parole per fare parole
ma ci servano parole per pensare.
Abbiamo parole per uccidere
parole per dormire
parole per fare solletico
ma ci servono parole per amare.
Abbiamo le macchine
per scrivere le parole
dittafoni magnetofoni
microfoni telefoni.
Abbiamo parole
per fare rumore,
parole per parlare
non ne abbiamo più.
Il dittatore
Un punto piccoletto,
superbo e iracondo,
“Dopo di me” gridava
“verrà la fine del mondo!”.
Le parole protestarono:
“Ma che grilli ha pel capo?
Si crede un Punto-e-basta,
e non è che un Punto-e-a-capo”
Tutto solo a mezza pagina
lo piantarono in asso
e il mondo continuò
una riga più in basso.
Il cielo è di tutti
Qualcuno che la sa lunga
mi spieghi questo mistero:
il cielo è di tutti gli occhi,
di ogni occhio è il cielo intero.
È mio, quando lo guardo.
È del vecchio e del bambino,
dei romantici e dei poeti,
del re e dello spazzino.
Il cielo è di tutti gli occhi,
e ogni occhio, se vuole,
si prende la Luna intera,
le stelle comete, il sole.
Ogni occhio si prende ogni cosa
e non manca mai niente:
chi guarda il cielo per ultimo
non lo trova meno splendente.
Spiegatemi voi dunque,
in prosa o in versetti,
perché il cielo è uno solo
e la Terra è tutta a pezzetti.