Anteprima: “Favete Linguis” di Mario Famularo | L’Altrove
Vi proponiamo di seguito una breve selezione di testi in anteprima dalla raccolta Favete Linguis di Mario Famularo, che uscirà per Ladolfi Editore a giugno 2019.
l’ondeggiare alla sera degli sguardi
disorienta, nel nostro punteggiare qualche
frase tra i silenzi
e ancora quasi
naufraga il consueto come stai,
cosa hai fatto, qualche innocua
convenzione
come quelle che propagano
ogni giorno tra i serpenti, o almeno
negli ambienti resi immuni dal lavoro
adesso confiniamo quelle formule
viscose, sorridimi qualcosa che disperda
quel contagio
o forse in fondo menti
pur sempre una migliore alternativa
al risuonare tra gli spigoli che assorbono
lo spettro degli eventi
la muta aspirazione a qualche cosa che
mi annienti
un tempo era l’infanzia
profumi senza nome
confusa intonazione
di un addio
quell’espressione tenera
dal volto di bambina
la mente che ripara in una
sciocca fantasia
ma l’isola era verde
la brezza al tempo
amabile
perviene nel presente
col sapore di
tossine
fragore penetrante
che in un primo istante
soffoca
il dono del silenzio
chiamerai
dimenticanza
ogni giorno qualcosa di noi muore
non sei quella di ieri se l’epidermide
rinnova a centinaia le sue cellule
e ancora a centinaia ne ingeriamo
e ne perdiamo
la pelle che accarezzo non è
quella di allora né l’aria che separa
queste labbra dal passato
ogni momento in noi qualcosa è morto
non dirmi la ragione
per cui la dissolvenza
coltiva quest’ansia sotterranea
che stringe solo quando è più evidente
se non abbiamo pianto
questa perdita ogni giorno
non lo faremo oggi
nell’intreccio impersonale
splendore dei frantumi
uniti un’altra volta
nella vertiginosa rotta della
dispersione
il vivere si esalta
nell’abbraccio più
ablativo
resta quel tuo sguardo
sugli autoritratti
quasi a canzonare
quest’ipocrita nazione
che adesso si accapiglia per
avere i tuoi lavori
contende quelle tele per
riempire i suoi
musei
adesso che sei morto
che non dai più
fastidio
rimani solo un sintomo
del male di quel
tempo
indizio di una crisi
da circostanziare
che scioccamente
l’uomo crede avere
alle sue spalle
celando i nuovi orrori
dietro luci
contraffatte
e appunto esiziale è una parola,
ma ne è molte: che porta un grave danno,
rovinoso, assoluto (exeo,
exis, exitum – uscire, andare fuori)
da qui andare in guerra, salpare
e anche sfociare. sorgere, apparire,
nascere, innalzarsi. spargersi, riuscire.
ma anche liberarsi, sottrarsi, divagare,
e infine – terminare, partire, oltrepassare.
un esito qualunque, e dunque il più
fatale. capite, che disastro? e noi
che edifichiamo con le lettere il
diritto. (magari si potesse
col silenzio, con il gesto che non
può essere scritto)
L’AUTORE
Mario Famularo (Napoli, 1983) esercita la professione di avvocato a Trieste. Ha realizzato il portale dedicato alla poesia e alla critica letteraria Kerberos Bookstore. Suoi testi sono apparsi su antologie e riviste letterarie, tra cui “Atelier”, “Carteggi Letterari”, “Argo”, “Inverso”, “Menti Sommerse” e tradotti in lingua spagnola dal Centro Cultural Tina Modotti. Collabora al sito Laboratori Poesia con interventi critici sulla poesia contemporanea e una rubrica di analisi dei testi. Ha curato per lo stesso sito una rubrica su prosodia, metrica ed eufonia. La sua prima raccolta, “L’incoscienza del letargo”, è stata pubblicata dalla Oèdipus, mentre la successiva è in corso di pubblicazione per la Giuliano Ladolfi Editore.