Estratti ed Inediti

Inediti di Davide Stocovaz | L’Altrove

Ti perderò

Vivo in un mondo sospeso tra ombre e paure,
ma non per questo devono diventare anche le tue.
Abbiamo percorsi e orari diversi, ottiche opposte.
Ma, lo so, almeno le nostre anime sono oneste.

Io spesso sogno lontano da me,
per avere un volo d’amore, ma è solo fantasia.
E, a volte, s’insinua la pazzia
di avere accanto una come te, e sentirla anche mia.

Ma no, tu questo non vorresti, non lo pensi nemmeno.
Hai forza e coraggio per sostenere le tue ombre
e vivere la tua vita con cuore leggero e spirito sereno.
Io mi lancio nella poesia e piango il mio dolore.

Perché, lo sento, ti perderò.
Presto o tardi, arriverà quel momento
in cui qualcuno riempirà il tuo tempo
come io non potrei mai fare.

E io nient’altro sarò che un’eco del passato
che, forse, raramente farà sentire la sua voce.
Al solo pensiero, vengono già a mancarmi le forze.
Poco importerà, allora, quanto t’ho amato

perché dovrò lasciarti andare,
ben sapendo quanto dovrò soffrire.
Ma se, con ogni mia lacrima, potessi renderti veramente felice
ne verserei un oceano intero fino a svenire.

Dirti quello che sento

Sei entrata nella mia vita con passo felpato,
scintillar d’occhi e sorriso radioso.
La tua compagnia ha un qualcosa di favoloso
e la tua bellezza sa mozzare il fiato.

Nessuna, come te, sa entrarmi così forte nella testa,
tanto da rendere la mia mente leggera.
Ogni mio senso vortica in musica di festa
quando ti vedo, e sento aria di primavera.

Sai essere cura per il mio cuore agitato e sofferente.
Sai essere spirito soave che mi ristora l’anima.
Sei fortuna e dolcezza del mio presente
e con te ho trovato la giusta rima.

E non riesco a non portarti dentro.
Non riesco a non pensarti quando sei lontana.
Lo so, col tuo amore vero io non c’entro,
e mi restano solo queste parole per dirti quello che sento.

Le nostre ombre

Ogni mio passo è accompagnato
da un’ombra che vive dentro di me.
Macchia d’inchiostro indelebile,
fin da quando sono nato.

Presto o tardi, salterà fuori
oscurando i miei sogni migliori.
Ma se tu saprai guardarmi,
se saprai ascoltarmi,

non temerò il suo ritorno.
Potrò ancora guardarmi attorno
sostenendone il peso
e gettarla di nuovo in fondo

dagli abissi nei quali dimora;
potrò rialzami col cuore che batte ancora
e rimettermi sul mio percorso
con l’energia e la volontà di un tempo.

E tu, non nascondermi la tua ombra.
Vorrei vederla tutta!, in contrasto con la tua luce.
E magari un domani cammineremo insieme,
uniti, unici come tutti, ma con le nostre ombre.

Questa è la città del vento

Questa è la città del vento.
Lungo vie e viali ti porto dentro,
non come brezza estiva che accarezza,
ma come veleno che il cuore ammazza.

Questa è la città del silenzio.
Illusoria e dannata come l’assenzio.
Luci spente presto e vociare lontano;
e la voce tua, eco nello spirito.

Sei ancora ricordo fin troppo vivido.
Sei un abbraccio finto e gelido.
Se solo potessi non affondare nel passato
e nel dolore del tempo perduto!

Invece, sei con me ogni sera
per svanire poi in un antro buio,
mentre il cuore distrutto s’arena
implorando un inutile aiuto.

Questa è la città del rimpianto.
Polveri e ceneri impresse sul suo suolo malato;
corpo ferito e lasciato perire.
Forse rinascerò un domani, all’imbrunire.

Chilometro dopo chilometro

Poco importa quanti chilometri ci dividono;
per dar voce ai sentimenti che vivono
e svolazzano nel profondo del mio essere,
io li coprirò tutti e verrò da te.

Poco importa se dovrò attraversare cieli oscuri
o rollare e aver mal di schiena su binari malridotti.
Farei di tutto pur di rituffarmi nei tuoi occhi
e svanire poi nel calore di un tuo bacio.

Con la consapevolezza della nostra unione,
ogni forma di distanza non esiste.
Tu sai esserci anche quando non ci sei.
Sai trasformare in realtà anche il mio sogno più spinto.

In un mondo dove persino la tecnologia, a volte, divide,
in un mondo dove abbondano senza freno le lingue maligne,
tu e io sappiamo muoverci nella giungla quotidiana
illuminati unicamente dalla fiamma che alimentiamo

giorno per giorno, senza ansie né paure
perché il solo sapere che ci siamo, l’uno per l’altro,
ristora l’anima e la fa risplendere
di un’energia che non credevo d’avere.

Supererò chilometro dopo chilometro,
non importa quanti siano,
perché amo e sono amato.

Avrei voluto

Avrei voluto essere
quel sole che scaccia ogni maledetta nuvola.
Avrei voluto essere la pioggia sottile
che porta via tutte le tue lacrime.

Avrei voluto avere l’impeto della bora
per sollevarti oltre ogni tua fantasia.

Avrei voluto essere quella tempesta che ti travolge
facendoti mormorare la parola “amore”.

Avrei voluto essere colui che non posso essere
per averti qui, in forma reale.

E nel cuore della notte,
mi sveglio ancora, e sto male.

Com’è triste

Lacrime amare cadono sulla tastiera
mentre stendo queste poche parole.
Un volo di fantasia mi ha reso cieco
e insonne per tutta la notte.

In quel volo, solo mio!, eravamo vicini,
quasi da fonderci insieme;
le labbra a un passo dal baratro;
sentivo il ribollire del sangue.

Com’è triste il doversi svegliare.
Com’è pesante il respirare
sapendo che non mi starai accanto.

L’orologio batte le cinque.
Sento il cuore più stanco,
la mente più affaticata
con dentro solo nuvole.

L’AUTORE

Davide Stocovaz nasce a Trieste nel 1985.
Terminati gli studi si partecipa alla realizzazione di cortometraggi e documentari.
Nel 2010 vince il Primo Premio per la Sceneggiatura Mattador, dedicato a Matteo Caenazzo, con la sceneggiatura “Istinti”.
Nel 2014 il suo racconto “L’ultima Sinfonia” viene pubblicato nella raccolta Morte a 666 giri curata dalla Dunwich Edizioni.
Nel 2016 vengono pubblicati i suoi primi romanzi: “Zanne nelle Tenebre” (Editrice GDS) e “Ombra di Morte” (Montag Edizioni).
Nel 2017 viene pubblicato il suo terzo romanzo dal titolo “Abissi” (Elison Publishing).
Nello stesso anno esce la raccolta di racconti “La Voce e altri racconti” (Franco Puzzo Editore)

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