Poesie per la Giornata Mondiale del Cuore | L'Altrove
Si celebra oggi la Giornata Mondiale del Cuore, una campagna mondiale di informazione e sensibilizzazione sulla prevenzione delle malattie cardio-cerebro vascolari, promossa in tutto il mondo dalla World Heart Federation.
L’Altrove vuole celebrare con voi questa giornata e proporvi una serie di poesie dedicate al nostro muscolo preferito.
Ti ringrazio, cuore mio:
non ciondoli, ti dai da fare
senza lusinghe, senza premio,
per innata diligenza.
Hai settanta meriti al minuto.
Ogni tua sistole
è come spingere una barca
in mare aperto
per un viaggio intorno al mondo.
Ti ringrazio, cuore mio:
volta per volta
mi estrai dal tutto,
separata anche nel sonno.
Badi che sognando non trapassi in quel volo,
nel volo
per cui non occorrono le ali.
Ti ringrazio, cuore mio:
mi sono svegliata di nuovo
e benché sia domenica,
giorno di riposo,
sotto le costole
continua il solito viavai prefestivo.
Di Wisława Szymborska
Illustrazione di Henn Kim
Il cuore mio
è come il gelato
adesso
è freddo e duro
di freezer
ma tu puoi
tenerlo un po’ fra le mani tue
guardalo sciogliersi
leccarlo
è morbido dolce e buono
e sa di ricotta e cioccolato
e un pistacchio che fa solo
il gelataio che io so
perciò scongelami in fretta
consumami
se aspetti troppo
ti farò venire mal di pancia
oppure qualche goloso
verrà di notte
aprirà il freezer
mi si mangerà.
Di Alessandra Racca
Se il cuore è innamorato
il fracasso che fa.
Io non capisco come mai la gente
non se ne avveda mentre quello va
tambureggiando sospeso nel petto
e non sosti interdetta a domandarsi
qual che si sia e chi fa.
Di Daria Menicanti
Illustrazione di Henn Kim
Il cuore è un osso duro
non può un muscolo
tenero e indifeso
creare tutti questi problemi:
ne deduco che il cuore
è un osso duro
al pari di un femore
o di una costola
si rompe il cuore
come tutto il resto
Di Manuela Dago
Chi è
Nessuno
E’ solo il mio cuore che batte
Che batte troppo forte
Per causa tua
Ma di fuori
La piccola mano bronzea sulla porta di legno
Non si sposta
Non si muove
Non muove neanche la punta del dito
Di Jacques Prévert