Recensioni: "Ricordami che non si dorme" di Ludovica Ricceri |L'Altrove
Ricordarmi che non si dorme è la prima raccolta di Ludovica Ricceri edita nel 2017 per Le Mezzelane.
Le poesie di Ludovica sono fatte di legàmi. Primo fra tutti l’amore, quello forte e determinante e quello finito e sofferto. I versi sono sciolti, sembrano liberarsi dalla penna e dall’anima della poetessa in maniera viva e vibrante.
Ridevi del niente
Raccontavi della mia pelle nivea
Delle mie labbra rosse
Dei miei capelli in fiamme.
Ridevi del niente
Ti innamoravi di tutto.
Non temevi la tempesta nei miei occhi.
Io sorridevo dei fiori
Che ti crescevano tra le dita.
Amavo i pezzi di vetro
Sulla tua schiena.
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Uscita di scena
Se proprio non vuoi più dormire con me
E se proprio non vuoi più che ti svegli
Allora deve essere un’uscita di scena
Storica.
Dipingiamo un quadro con le nostre facce
Oppure saliamo sulla montagna più alta
Cerchiamo quel punto
Dove l’eco è più forte
E diciamolo piano che il bello è passato.
Dici che così esageriamo?
Allora troviamo un modo diverso
Scriviamo una poesia sul finestrino di un treno
Convinciamo gli altri a tenersi per mano.
Proviamo a guardarci per millecinquecento volte
Senza darci millecinquecento baci.
Costruiamo un palazzo
Fatto di polvere
Guardiamo per ore qualcosa svanire.
Ludovica è un fiume in piena. Ha ventitré anni e la bellezza della sua terra: la Sicilia. E il legame con l’isola è ben visibile nelle sue composizioni.
Qui dall’isola
Qui dall’isola vedo un mondo lontano
A volte distorto
A volte sbiadito.
In questa fortezza di mare
Ho sempre trovato la pace.
Da questo mondo isolato
Ho sempre cercato
Una via di fuga.
Ma quando torno a casa
Sento il profumo
Delle mie cose.
È un mare che non mi trattiene
Che non mi intrappola più.
È un mare a cui chiedo scusa
Per tutte le volte
Che scapperò.
Il sentirsi stretti ed intrappolati in un paesino siculo si contrappone al bisogno di tornare in quella terra che è casa. Sentimenti che ha la poetessa potuto condividere con Beatrice Schivo.
Ai versi, infatti, si accompagnano le splendide illustrazioni di Beatrice, in arte Unnomeconduee. Beatrice ha colorato i miei pensieri, riaccendendoli, scrive Ludovica nella prefazione del libro. Entrambe sono isolane (Beatrice è sarda) ed entrambe vivono tale rapporto particolare con la propria terra d’origine.
Dallo stretto
Hai inquinato il mio mare
Con le tue parole d’amore.
Da quel giorno
Aspetto di vederti tornare
Attraverso lo stretto.
Se torni a casa
E torni da me,
vedrai l’estate che torna
anche d’inverno.
E poi c’è il legame con se stessi, forse quello più importante, eppure quello più trascurato.
L’armadio
Il mio armadio
Non trova pace.
E di quel disordine
Ne ho fatto la metafora
Dei miei giorni.
L’armadio è un po’ come un cuore caotico, come una mente disordinata. Spesso facciamo di questo disordine la nostra quotidianità e non ci liberiamo facilmente delle cose passate di moda o che ci stanno strette, anzi aspettiamo di rindossarle nella nostra vita. Invece, Ludovica insegna che dobbiamo essere come la coccinella, un insetto così piccolo, ma con una grande forza di ricominciare.
La coccinella
Bada alla coccinella
Che si lascia schiacciare
Dai granelli di sabbia,
ma trova la forza
di rimettersi in piedi
per tornare a volare.
Ricorda
Che sono solo
Granelli di sabbia
La raccolta si chiude con la bellissima Ode alle piccole cose. Questa storia è un pretesto per arrivare a riscoprire quel sentimento perduto che ognuno di noi dovrebbe sempre provare nei confronti della propria persona, il semplice piacere del volersi bene, del gioire delle piccole cose, scrive Ludovica.
Ode alle piccole cose
Ode alle piccole cose:
all’albero di mandorle
a cui da bambina
tendevo le braccia,
all’altalena che mi ha insegnato
l’arte dei sogni.
Alla cioccolata calda
In una città vuota
Alle onde che svaniscono
Prima di scagliarsi prepotenti
Contro lo scoglio.
Ode ai miei misfatti
Che mi sembrano mastodontici
E invece non sono altro
Che piccoli gradini.
Ricordami che non si dorme è un viaggio verso il dentro di ognuno di noi. Non si può rimanere indifferenti dopo aver letto e guardato i versi e le illustrazioni di Ludovica e Beatrice.
Le autrici:
Ludovica Ricceri è nata a Siracusa nel 1995. La sua sensibilità per l’arte, la musica e la letteratura si sviluppa durante i primi anni del liceo, periodo in cui inizia a scrivere i primi diari divenuti successivamente poesie. Nel 2014 si trasferisce a Napoli per frequentare la facoltà di lingue de “L’Orientale” dove ha modo di avvicinarsi maggiormente alla letteratura straniera. Le autrici da cui trae maggiore ispirazione sono Wislawa Szymborska e Jeanette Winterson. Si avvicina al giornalismo attraverso la collaborazione con blog e giornali online come Una casa sull’albero, XXI Secolo e Mar dei Sargassi. L’incontro con l’illustratrice Beatrice Schivo segna l’inizio del progetto D’isolate da cui nasce la raccolta di poesie illustrate “Ricordami che non si dorme”, primo passo verso il mondo dell’editoria.
Beatrice Schivo, classe 1993, è una fotografa e illustratrice sarda. Nasce a Cagliari e con la sua città e il contesto isolano vive un costante “odi et amo”, che, col tempo, lascia spazio a un amore incondizionato: per questo ha scelto di portare avanti gli studi universitari nella città e specializzarsi in storia della Sardegna. Nella sua terra sviluppa anche l’attività artistica, iniziata nel 2012 con la fotografia e arricchita solo recentemente dall’illustrazione (sotto lo pseudonimo Unnomeconduee), con progetti personali e collaborazioni: fa parte dell’associazione culturale Le Officine per la quale sviluppa progetti di fotografia e illustrazione e collabora con Unica Radio, web radio dell’Università di Cagliari, come co-conduttrice della trasmissione “L’Indiespensabile”, format sulla musica cantautorale italiana contemporanea.