Un saluto a Pierluigi Cappello
Ci lascia oggi Pierluigi Cappello, autore friulano che fece della poesia la sua sarta di fiducia per la vita e la disabilità. Poeta di ricostruzioni, esteriori ed interiori, dai versi sinuosi, intensi, di straordinaria potenza e forza. Ci lascia questa mattina, silenziosamente, a causa di un notevole aggravamento del tumore che ha interrotto la sua corsa e la sua lotta.
Ci restano meravigliosi versi, raccolti tra Azzurro elementare e Stato di quiete, entrambe edite Rizzoli.
Vogliamo ricordarlo con una selezione di poesie, tratte dalla sua raccolta Azzurro Elementare (Rizzoli)
LA CARTA
Resta la carta mentre mi dileguo
specchio di me ma che non è me stesso
rimedio oppure tedio quando intesso
trame di me scrivendomi e m’inseguo
Abbiamo letto millenni quaerendo
invenietis cercando troverete
molto cercando, molto anche morendo
e secolo o non secolo segrete
sussurrando le voci in mezzo ai libri.
Ma d’ansia d’emendarci sulle pagine
a chi, se non a noi, brucia la brace?
ARIE
Il nonnulla che ti coprì le spalle
quel cencio di sole e luce che corse
la volontà disalberata e franta,
le dita di chi porse alle tue dita
breve calore, il vertice d’inverno
dei letti nichelati d’ospedale
e, nera a paragone d’ogni nero,
la mezzanotte nera dentro il sonno
e il tuo centesimo rabbrividito
d’anima, il fuoco di febbre che rese
ogni minuto battaglia di lazzaro
una caduta ogni sosta di sangue,
quel nonnulla: che ti coprì le spalle
non eri tu.
Un commento
Vincenza
L’ha ribloggato su chiacchiere pedagogiche.