Appunti di poesia: sonetto XXII, Pablo Neruda
Quante volte, amore, t’amai senza vederti e forse senza ricordo,
senza riconoscere il tuo sguardo, senza guardarti, centaura,
in opposte regioni, in un bruciante mezzogiorno:
eri solo l’aroma dei cereali che amo.
Forse ti vidi, ti supposi passando che sollevavi una coppa
ad Angol. alla luce della luna di Giugno,
o eri tu la cintura di quella chitarra
che toccai nelle tenebre e risuonò come il mare smisurato.
T’amai senza che io lo sapessi, e cercai la tua memoria.
Nelle case vuote entrai con la lanterna a rubare il tuo ritratto.
Ma io sapevo già com’eri. D’improvviso
mentre venivi con me ti toccai e si fermò la mia vita:
eri davanti ai miei occhi, regnavi su di me, e regni.
Come falò nei boschi il fuoco è il tuo regno.
Tratto da Cento sonetti d’amore, Passigli Poesia
2 commenti
natipervivereblog
Amo questo poeta! Perché d’amore si tratta! Di lui ho letto tutto ciò che sono riuscita a trovare, anche nelle edizioni di parecchi anni fa che nei vari anni ho scovato come un tesoro di una ricchezza inestimabile
Spesso, rileggo le sue poesie e l’incanto mi travolge…
sempre!
Un caro saluto e un augurio di una felice domenica
Adriana Pitacco
L'Altrove. Appunti di poesia
Anche noi amiamo Neruda e leggiamo le sue poesie spesso e volentieri! Un saluto!