Il lavoro nelle poesie di Gianni Rodari
Ricordiamo Gianni Rodari (1920/1980) sempre con grande affetto. Poeta, favolista, pedagogista, vinse il premio Andersen nel 1970.
Le sue poesie sono tanto cariche di contenuto educativo ed etico quanto veloci e divertenti, ci invitano a riflettere e sono adatte ad ogni pubblico. Egli racconta storie che hanno come protagonisti gli ultimi e i più sfortunati, e invita alla tolleranza e al rispetto.
Oggi, primo maggio e festa dei lavoratori, vi proponiamo tre delle sue poesie e filastrocche che hanno come tema appunto il lavoro.
L’omino della gru
Filastrocca di sotto in su
per l’omino della gru.
Sotto terra va il minatore
dov’è buio a tutte l’ore;
lo spazzino va nel tombino,
sulla terra sta il contadino,
in cima ai pali l’elettricista
gode già una bella vista,
il muratore va sui tetti
e vede tutti piccoletti…
ma più in alto, lassù lassù,
c’è l’omino della gru:
cielo a sinistra e cielo a destra
e non gli gira mai la testa.
Gli odori dei mestieri
Lo so gli odori dei mestieri:
di noce moscata sanno i droghieri, sa d’olio la tuta dell’operaio,
di farina sa il fornaio,
sanno di terra i contadini,
di vernice gli imbianchini,
sul camice bianco del dottore
di medicine c’è un buon odore.
I fannulloni, strano però,
non sanno di nulla e puzzano un po’.
Il più bel giorno
S’io facessi il fornaio
vorrei cuocere un pane
cosi grande da sfamare
tutta, tutta la gente
che non ha da mangiare.
Un pane più grande del sole,
dorato, profumato come le viole.
Un pane cosi verrebbero a mangiarlo
dall’India e dal Chilì
i poveri, i bambini,
i vecchietti e gli uccellini.
Sarà una data da studiare a memoria:
un giorno senza fame!
Il più bel giorno di tutta la storia!
Un commento
natipervivereblog
Sono proprio felice di aver letto sul mio amato Rodari, compagno inestimabile della mia bellissima infanzia.
Con lui ho fantasticato con i miei e i suoi personaggi.
Diciamo che le sue bellissime storie non hanno tempo: ancora adesso, a distanza di tanti anni, le leggo ai miei piccoli studenti.
E l’amore per questo grande scrittore rimane immutato
Un caro saluto
Adriana Pitacco