Giovani Poeti
Giovani Poeti

Giovani poeti: Luca Chendi

Ospite di quest’oggi per la categoria Giovani Poeti è Luca Chendi, 21enne e vincitore del concorso nazionale di poesia “Guido Zucchi” tenutosi a Bologna. A presentarlo è la nostra giovane poetessa e collaboratrice Irene. Per lei, il suo linguaggio è attento, maestoso e raffinato. Le sue parole, accuratamente disposte, si intrecciano sapientemente ad un ricco tessuto emotivo dal sapore agrodolce, restituendo al lettore levigate immagini a colori.
Per la prima volta, giovani poeti presentano giovani poeti, ne parlano, immergendosi nei versi altrui per annegare nei propri e dando un volto nuovo a questa categoria che già da diverso tempo ci accompagna.
Ecco la nostra mini intervista:

Grazie per aver partecipato, Luca. Quando hai scritto il tuo primo verso?

Ho iniziato circa 3 anni fa, era un pomeriggio d’autunno. Ho sentito il bisogno di dire qualcosa che era rimasto chiuso dentro e quale modo migliore se non dare voce ad un foglio bianco. Questi sono stati in assoluto i miei primi versi: “quando hai tutto il mondo dentro/ prova ad addentrarti e smorzare le catene,/ lascia vuote le prigioni,/ forzalo ad evadere/ dal piacere del silenzio e senti;/io ti sento”. Era un momento particolare: da una parte, subivo una situazione di distacco dalle mie certezze; dall’altra venivo compromesso in una nuova esperienza. È proprio questa sensazione di subire gli eventi che mi ha portato a reagire tramite la parola. L’amore è stato decisivo in questa situazione e, in un certo senso, mi sentivo in debito con esso. Da qui il bisogno di riconoscenza e la creazione della mia prima raccolta di poesie “A te somiglia l’amore”(che sarà pubblicata a breve).

Cos’è per te la poesia?

Da una parte è discorso, ragionamento, comunicazione con ritmo e immagini che alterano i significati primi e ne creano di altri; d’altra parte è qualcosa di commovente, vivace, rasserenante, pungente. Una stimolante evocazione di emozioni. La poesia non vuole ordinare ma si impone sulla coscienza a cui è diretta. La poesia produce un senso, deve aspirare alla grandezza, in ogni sua forma. La narrazione della grandezza delle “piccole cose” è il tramite migliore per creare una corrispondenza con l’esperienza quotidiana, concreta.

“Il poeta è un po’ come il minatore: ti da la superficie, cioè dall’autobiografia scava, scava, scava, fino a trovare un fondo al proprio io, comune a tutti gli uomini. Scopre gli altri in se stesso”. Cosi Caproni definiva il senso, che anch’io condivido, di questa insistente ricerca.

La poesia crea un gusto; è l’arte del viaggio che dà la possibilità di mettere a fuoco la vita. È il prodotto della vita dell’uomo nel suo tempo. È una colorata sfumatura, decisamente potente, della libertà d’espressione.

Ogni poeta ha la sua musa. Cosa ti ispira maggiormente?

Credo che negli ultimi anni il concetto di “sentimento”, stia andando verso una rapida banalizzazione. Ad esempio, si parla d’ “amore” verso un oggetto senza averne apprezzato il possesso; verso una persona soffermandosi solo allo stato apparente, senza avere la capacità di spingersi oltre. Viviamo un’epoca di degrado amoroso in cui tutto ci basta o ce lo facciamo bastare; per questo la maggior parte di noi ha perso la voglia del confronto. Penso che la struttura di ogni composizione debba avere un’adatta radice sentimentale. Le direzioni sono molteplici, sta al poeta sceglierne il verso. Per questo discorso, definirei la mia “musa”, il sentimento. In particolare per la mia prima raccolta, l’amore.

C’è un poeta che prediligi?

Ridurre la preferenza ad uno solo è troppo selettivo. Ho apprezzato, inizialmente, lo sperimentalismo di due grandi opere del secondo Novecento quali “Nel magma” e “Dietro il paesaggio”, rispettivamente di Luzi e Zanzotto. In un secondo momento, però, ho deciso di ricercare un legame più diretto con la poesia; e quale modo migliore se non leggere raccolte di poeti viventi e, soprattutto, ascoltarli dal vivo nei numerosi eventi dedicategli nel territorio. Ho la fortuna di vivere in una città(Bologna) che dedica alla poesia grande spazio. Negli ultimi anni gli eventi a riguardo si sono moltiplicati. Sono aumentati anche i gruppi di poesia e quindi anche le possibilità di approcciarsi e confrontarsi direttamente con i maggiori poeti viventi. Ricordo tra questi Rondoni, Massari, Sissa, Serragnoli, Villalta, Quintavalla, Bertoni, Rentocchini, Alperoli e in maniera particolare, Mariangela Gualtieri, della quale ritengo la raccolta “Bestia di gioia” una delle opere più emozionanti della letteratura contemporanea. Del resto, a riguardo, parlano i suoi versi:

“Tu sei il mio tu più esteso/ deposto sul fondo mio. Tu. Non c’è/ un’altra forma del mondo/ che si appoggi al mio cuore/ con quel tocco, quell’orma.[…]”

Quali sono i tuoi progetti futuri?

Prima di tutto spero di pubblicare al più presto la mia prima raccolta completa “A te somiglia l’amore”. Recentemente ho vinto il concorso nazionale di poesia “Guido Zucchi” a Bologna (sez. pubblico) e penso che questo, oltre partecipare attivamente ai numerosi incontri, sia il modo migliore per farsi conoscere e, quindi, ricevere pareri di personalità molto importanti. Ricordiamoci sempre che il confronto è il modo migliore per crescere, qualsiasi sia il contesto di riferimento.

Ed ecco, adesso, qualche suo verso.

Margherita sorride alle stelle

Margherita sorride alle stelle;
I petali strappati
di un fiore, sono abbracci
di due mani solitarie
che si sfiorano lusinghiere
dietro la schiena,
due mani.

Un’ultima passione
Nel cuore delle gioie alla tua anima dedicate,
la mia passione mai sazia brucia di attenzione,
aspetta consumata che la tua voce si faccia
repertorio d’emozione e di grazia.

Son del cielo i tuoi occhi profumati di stella,
il fermento azzurro che è in me al risveglio,
battesimo delle sopracciglia sue belle
finemente decorate del dito del mio Dio;

permetto che la mia anima s’impegni a portare
in vestiti che altri avrebbero voluto indossare,
se la morte da prima non li avesse portati,
il peso della tua bellezza a slanci di festa;

la Grazia di cui nessun altro verrà fatta,
la gomma delle tue labbra carnose che si toccano
s’erge bloccando la via degli aromi,
questi dolci movimenti alla fragranza di miele;

un’ultima meraviglia dalla terra nota
per un singolo istante, ai lati della tua figura
rispetterò il mio nome nelle fiamme ribelli
progettate nell’antro dell’eterne stagioni.

Oggi

Quanto sarebbe dolce stare al mare
oggi che in memorie d’innocenza
amalgamate di sensazioni amare,
oggi che di certezze faccio senza
e guardo verso un cielo blu
pesante come cenere in camino,
oggi che non posso più
rilegare l’amore a mio bottino.

Siamo ancora a caccia di giovani poeti, raccontaci la tua arte alla mail laltrovepoet@outlook.it

Visualizzazioni: 4

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *