Poesia in pillole

Poesia in pillole: parte terza

Nelle puntate precedenti..

Continuando un percorso iniziato settimane fa ed arrivato quasi alla sua fase conclusiva, vogliamo parlarvi delle rime e della loro funzione all’interno di un testo poetico.
Sebbene oggi sia poco usata, conoscere le rime più diffuse può essere uno strumento utile per una comprensione più profonda di alcuni testi poetici, vediamo insieme perché.
La rima è non è altro che l’uguaglianza di due o più terminazioni di parole a partire dalla vocale accentata. La ripetizione di suoni è un elemento rilevante del ritmo del testo poetico e mette in relazione anche il significato delle parole oggetto della rima.
Le più usate sono:

  1. Baciata, se un verso rima con il successivo. Lo schema metrico è AA BB CC. Meriggiare pallido e assorto   A
    presso un rovente muro d’orto,   A
    ascoltare tra i pruni e gli sterpi   B
    schiocchi di merli, frusci di serpi.   B
    (Montale)
  2. Alternata, se il primo verso rima con il terzo, il secondo con il quarto e così via. Lo schema metrico è AB AB.Dov’era la luna? Ché il cielo   A
    notava in un’alba di perla,    B
    ed ergersi il mandorlo e il melo   A
    parevano a meglio vederla.   B
    Venivano soffi di lampi   C
    da un nero di nubi laggiù:   D
    veniva una voce dai campi:  C
    chiù…   D
    (Pascoli)
  3. Incrociata, se il primo verso rima col quarto e il secondo con il terzo. Lo schema metrico è AB BA.Tanto gentile tanto onesta pare   A
    la donna mia quand’ella altrui saluta   B
    ch’ogni lingua devèn tremando paura   A
    e li occhi no l’ardiscon di guardare   B
  4. Ripetuta, quando i versi seguono il seguente schema ABC ABC Ma ben veggio or sì come al popol tutto
    favola fui gran tempo, onde sovente
    di me medesmo meco mi vergogno;
    e del mio vaneggiar vergogna è ‘l frutto,
    e ‘l pentirsi, e ‘l conoscer chiaramente
    che quanto piace al mondo è breve sogno.(Petrarca)
  5. Incatenata, quando i versi rimano a catena formando visivamente una O.
    In questo caso vedremo il primo verso rimare con il terzo, il secondo verso con il primo della seconda strofa e così via. Lo schema metrico di riferimento è ABA BCB CDC

    Amor, ch’al cor gentil ratto s’apprende,   A
    prese costui de la bella persona    B
    che mi fu tolta; e ‘l modo ancor m’offende.    A
    Amor, ch’a nullo amato amar perdona,    B
    mi prese del costui piacer sì forte,    C
    che, come vedi, ancor non m’abbandona.  BAmor condusse noi ad una morte.    C
    Caina attende chi a vita ci spense“.   D
    Queste parole da lor ci fuor porte.   C
  6. Interna, quando la parola finale di un verso rima con un’altra dello stesso verso. Identificando, quindi, il verso con il rigo possiamo dire che esistono due rime nello stesso verso, così come accade nella lirica di PascoliE cadenzato dalla gora viene
    lo sciabordare delle lavandare

Sulle rime ci sarebbe molto da dire, per un utile approfondimento consigliamo la lettura del volume Gli strumenti della poesia di Pietro G. Beltrami acquistabile qui .

Un altro elemento usato è la figura retorica, artificio stilistico usato per rendere più espressivo e ricco di significato il testo poetico. Solitamente le figure retoriche possono essere suddivise in: figure fonetiche (quando riguardano la ripetizione di suoni), figure dell’ordine (quando riguardano la disposizione di queste ultime) e figure del significato.
Tra le più usate troviamo:

  1. Figure fonetiche: Allitterazione, assonanza, consonanza, onomatopea, paronomasia.
  2. Figure dell’ordine: Anafora, antitesi, chiasmo, enumerazione, gradazione o climax, inversione.
  3. Figure del significato: Similitudine, metafora, analogia, metonimia, sinèddoche, ossimoro, sinestesia, ipèrbole, eufemismo, ellissi.

Continua.

A presto!

 

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