Giovani Poeti
Giovani Poeti

Giovani poeti: Cristiana Tognazzi

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Sicuramente il suo nome non vi è nuovo e, probabilmente, siete anche voi dei seguaci della sua pagina Facebook 688/871km seguita assiduamente da 312.478 persone, dove, però non troverete largo spazio alla poesia.
Vogliamo, infatti, presentarvi la facciata più intima, personale, fatta della sua produzione poetica, un’altra facciata, per conoscerla meglio.

Ci siamo commossi leggendo la sua storia, il motivo del suo tirar fuori versi e crediamo fortemente nel lato emotivo delle cose, specialmente nel lato emotivo che la scrittura crea.
Così, con piacere, ve la presentiamo. Lei, che in un certo senso non si definisce nemmeno una poetessa, ma che comunque in questo ha un’affinità con il poeta Sergio Corazzini, il quale, nella sua Desolazione del povero poeta sentimentale, scriveva: “perché tu mi dici: Poeta? Io non sono un poeta, io non sono che un piccolo fanciullo che piange. Vedi: non ho che lagrime da offrire al silenzio. Perché tu mi dici: Poeta?”.

I versi che abbiamo raccolto oggi sono versi d’un amore assente che perdura e vive nell’atrio del ricordo, un amore destinato a non essere ma che non per questo cessa d’esistere. Il tormento di una porta sempre aperta.
Come di consueto le abbiamo posto qualche domanda.

Cristiana grazie per aver partecipato, sapresti dirci qual è stato l’input che ti ha portata, per la prima volta, a scrivere?

Ho iniziato a scrivere perché la mia vita è sempre stata una vita travagliata. A tre anni ho perso quella che era la mia roccia, la persona che non vorremmo mai perdere, la donna che dovrebbe in qualche modo aiutarti a crescere, mia madre. Non posso lamentarmi di ciò che la vita è stata, anzi, mi sono sempre ritenuta fortunata nell’essere finita tra le mani dei miei nonni e non chissà dove ma è normale che alla fine la differenza d’età si faccia sentire. Ho sempre avuto questo muro con loro, non mi sono mai sentita capita a pieno quindi ho iniziato a scrivere. Scrivevo per tutto, per amore, per tristezza, per felicità, per noia, ogni cosa per me era fonte di ispirazione. Poi, con il passare degli anni e l’inizio delle pubblicazioni sui social, ho capito che le mie parole erano importanti, non solo per me, ma per tutti. In fondo ho sempre scritto di cose di cose che gli adolescenti della mia età vivono quotidianamente e penso che sia gratificante quando qualcuno da voce ai tuoi pensieri, ai tuoi sentimenti, a ciò che provi, alla tua testa. Non tutti sono in grado di usare le parole giuste ma è un po’ come se ci si sentisse confortati, capiti e soprattutto è come se al mondo ci fossero molteplici persone a sentirsi nello stesso modo. Non sei solo ed è forse una delle cose che le persone hanno bisogno, la consapevolezza di non essere l’unico ti aiuta ad andare avanti, ti fa camminare e ti da speranza.

Qual è secondo te il ruolo del poeta e della poesia, oggi?

Penso che il poeta sia sempre qualcuno di fondamentale a prescindere dal periodo storico in cui ci troviamo. Il poeta è colui che da voce alle cose in maniera più diretta. Però penso anche che il mondo straripi di gente che si spaccia per ciò che fondamentalmente non è, non siamo poeti contemporanei noi, siamo semplicemente persone che danno voce ai sentimenti e che in qualche modo hanno capito che le parole aiutano a sopravvivere quando ormai non c’è più niente da fare.

Quanto un poeta ama le sue poesie?

Io personalmente i miei scritti, non mi oso dire le miei poesie ma preferisco restare su scritti, racconti, pezzi di frasi, diciamo che li amo ma non troppo, hanno comunque un loro valore emotivo. Si scrive per ricordare, per tenere stretto al cuore qualcosa che non si vuole perdere ma è anche vero che a volte rileggendo quelle frasi si finisce a ricordare periodi non bellissimi.

Ci sono poesie, tra quelle più famose, che avresti voluto scrivere tu?

Sinceramente seguo il mio filo logico e rispondo di no, a ognuno il suo è giusto così.

Di seguito, alcune sue poesie.

Ho scritto una lettera che parlava di te

Un giorno te la lascerò
sotto alla porta
con una dedica
ma senza firma
e saprai riconoscermi
e saprai capire
e non ti servirà niente
perché le mie parole
ti arriveranno al cuore
e riconoscerai il mio amore

Un giorno forse
te la lascerò al bancone del bar
vicino al tuo solito caffè
e scapperò di corsa
per non farmi vedere

Un giorno forse
questa lettera te la leggerò
e saremo insieme fianco a fianco
mano nella mano
e i nostri respiri
così come i nostri corpi
si fonderanno
e tu saprai sorridere
con quel sorriso
che mi ha fatta innamorare
e tu saprai
saprai che al mondo
non c’è nessun altro
come te, per te.

Ti ho aspettato per una vita e un po’ di più

Ti ho osservata
mentre camminavi
su quella riga bianca
troppo dritta
per le tue gambe storte
e ti avevo alla mia sinistra
che poi forse era anche la destra
e ti presi la mano
come si fa con l’amore
ma sbagliai qualcosa
e i nostri passi
iniziarono a perdersi
e tu eri distante
sempre un passo avanti
e io ti guardavo da dietro
e ti amavo silenziosamente
con qualche sorriso a mezz’aria
e ti amavo con gli occhi rivolti al cielo
e sembravo non bastarti
eri sempre in cerca di qualcosa
e ti lasciavo fare
mi piaceva vederti felice e libera
come una libellula
come il mare
come la sabbia
e stavi bene
e ti amavo
ancora una volta
per tutta la vita.

Assenze presenti

Ma che tu ne sai
delle mie notti
passate a pensarti
a immaginarti
a toccarti
con la mente
che ne sai
delle mie notti
senza di te
ma con te
presente.

Cristiana la trovate su Facebook: https://www.facebook.com/cristiana.tognazzi
e su wordpress: https://tognazziblog.wordpress.com/

Per partecipare scriveteci su latrovepoet@outlook.it siamo sempre in cerca di giovani poeti! (QUI il regolamento)

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