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Poesia che vive, poesia di strada.

LawrenceFerlinghetti_NewBioImage“La poesia che ha fatto tanto rumore qui è molto diversa dalla poesia per la poesia, la poesia della tecnica, la poesia per poeti e professori. Potrebbe essere definita poesia della strada. Perché il suo intento è di tirar fuori il poeta dal suo interiore sacrario estetico dove per troppo tempo è rimasto a contemplare il proprio complicato ombelico, fuori dalla pagina stampata. La parola stampata ha reso la poesia silenziosa. Ma la poesia di cui parlo qui è poesia parlata, poesia concepita come messaggio orale. A volte è stata letta col jazz, a volte no… quello che importa è che questa poesia usa gli occhi e le orecchie come non sono mai stati usati per molti anni.”

Queste sono le parole che Lawrence Ferlinghetti pronunciò nel 1958 alla Chicago Review come conseguenza all’innovazione apportata da  Allen Ginsberg con le sue letture pubbliche. Già negli anni ’50 si avvertiva la necessità di svecchiare la poesia da quell’aura divina e irraggiungibile di cui era stata rivestita; e fu proprio Ginsberg ad apportare una  vera e propria rivoluzione nel mondo della poesia, con la  recitazione pubblica di “Howl” che diede una scossa a quelle che erano state fino ad allora le consuetudini poetiche. Fu proprio da questo momento che si iniziò a parlare di Poesia di strada.
Ma le parole di Ferlinghetti non sono mai state così attuali.
Stiamo assistendo, da qualche anno a questa parte, ad una rivoluzione poetica importante e significativa, con la nascita di diversi movimenti che hanno come obiettivo quello di riportare la poesia per la strada, vicino la gente, proprio dov’è nata secoli fa, con azioni molteplici (Graffitismo installazioni, stencil art, stiker art, performance ecc.) e dare così l’input di leggere poesia ovunque, anche tra i muri della propria città.
In stretto contatto quindi e quasi in simbiosi con la Street Art, la Poesia di strada in Italia nasce con Ferruccio Brugnaro, che negli anni ’60 distribuiva poesie in fabbrica, per strada e nelle scuole, anche se ebbe notorietà solo nel 1990 per una sua poesia esposta a Mestre eda Venezia attraverso cinquecento manifesti. In seguito, il festival Parole sui muri svoltosi a Fiumalbo (MO) nel 1967 e nel 1968, venne riconosciuto come uno degli eventi poetici più importanti di quegli anni, qui la poesia visiva fu protagonista in diversi modi. Da ricordare anche Carlo Torighelli, che negli anni ’70 scriveva i suoi versi sui marciapiedi con pennelli e vernici.
Alla fine degli anni ’90 troviamo l’attività artistica di Opiemme, uno tra gli street poet italiani più importanti. La sua attività mira ad un’evoluzione della poesia visiva, con la costruzione di immagini attraverso le poesie.

Le immagini diventano parole con cui comporre nuova poesia.

Tra i suoi primi lavori ricordiamo le poesie  arrotolate e appese a fili di lana oppure lasciate in giro.
Negli ultimi anni, invece, la poesia di strada è diventata un vero proprio fenomeno culturale. Da Nord a Sud, sono nati diversi progetti e movimenti poetici.
A Milano, dal 2003, troviamo l’attività artistica di Ivan Tresoldi, poeta e artista di strada molto conosciuto. Ivan dipinge e affigge le sue poesie con l’obiettivo di renderle alla portata di tutti.
Tra i suoi lavori, l’affissione di grandi poster-manifesti poetici sui muri, chiamati Manifesti d’assalto, le scaglie poetiche, le serrande dei negozi su cui scrivere i propri versi, il distributore di palline con all’interno poesie chiamato La poesia è una palla, oppure Il grande  foglio bianco, che consiste nella stesura di fogli bianchi attaccati uno all’altro fino a formare un unico foglio di dimensioni tali da ricoprire  una piazza in cui chiunque può scrivere quello che vuole. Ma forse la performance più bella e interessante rimane Storm of poetry fatta a Praga nel 2007 in occasione del Festival di arte  contemporanea b-tina. Per quell’occasione l’artista progettò mille barchette di carta
con sopra scritte le sue poesie tradotte in ceco da lasciare navigare sul fiume Moldova.
Nel 2010 nasce a Firenze il Movimento per l’emancipazione della poesia noto come MeP, che persegue lo scopo di “infondere nuovamente nelle  persone interesse e rispetto per la poesia intesa nelle sue differenti forme”. La diffusione delle poesie avviene prevalentemente attraverso fogli stampati e incollati alle pareti, con il volantinaggio e perfino con l’inserimento clandestino di poesie tra i libri.
A Milano dal 2013 troviamo le poesie di Francesca Pels. La Pels ha creato moltissime installazioni tra le quali ricordiamo i trasporti  poetici, poesie appese nella metropolitana, e i grappoli di poesie, ovvero dei fogli con poesie appesi agli alberi o ad altri supporti. Altra installazione molto originale riguarda le panchine; fogli di poesie stavolta vengono attaccati alle panchine in modo da ricoprirle interamente o in parte.
Una menzione particolare va a Gio Evan, poeta, street artist e cantautore.
Dal 2004 in attività come scrittore e cantautore, ma è nel 2014 che crea due importanti progetti che lo vedono tuttora interessato, Le poesie più piccole del mondo e le Gigantografie. Si tratta di attacchi poetici (giganti e minuscoli) lasciati in città, foglietti scritti al computer incollati un po’ ovunque, ad esempio. Un’esposizione artistica non autorizzata. Il poeta comincia a usare le città in cui si trova come proprie Mostre da far visitare. Il progetto suscita ancora oggi curiosità da parte di molti.
Ma Gio è noto anche per i suoi reading in giro per l’Italia, in cui legge le sue poesie, anche quelle che ha autopubblicato. Il suo ultimo libro è Teorema di un salto.
Ma di Gio Evan parleremo indubbiamente in un prossimo articolo.
I Poeti der Trullo, invece, sono romani del quartiere Trullo e utilizzano nei loro assalti poetici pennarelli indelebili e fogli scritti a mano, che troviamo poi per le vie di Roma e nel loro quartiere. 12342598_1002755703080304_3107098036934063477_n.jpg
Il loro primo libro Metroromantici è una raccolta auto pubblicata delle loro poesie.
E proprio al Trullo, nell’ottobre del 2015, si è svolta la terza edizione del Festival Internazionale della Poesia di Strada che ha visto coinvolti i poeti qui citati accompagnati da  importanti Street Artist come Piger, Diamond, Gomez, GRNDR, Marco Tarascio Moby Dick e molti altri. Tre giorni dedicati completamente alla poesia, all’arte, con performance e reading significativi.
L’Altrove ha intervistato per voi uno degli ideatori di questo Festival così importante, Mathias dei Poeti della Sera.

Mathias, fai parte dei Poeti della Sera, uno dei movimenti di poesia di strada più importanti qui in Italia.
Com’è nato questo progetto?

Inizialmente abbiamo fondato questa associazione col fine di promuovere l’arte in tutte le sue forme espressive. Avevamo fotografi, poeti e qualche pittore. Questo quattro, cinque anni fa. Eravamo tutti ragazzi, molti, per motivi di studio o di lavoro hanno lasciato. Io, invece, stavo cercando un modo alternativo per esprimere la poesia, visto il disinteresse quasi collettivo verso questa forma di espressione. Pensai lì per lì che non sarebbe stato male scrivere qualche verso sui muri e così cominciai. Dopo qualche mese realizzai che anche Ivan di Milano aveva avuto la mia stessa idea, sebbene maturata dieci anni prima di me. Quindi lo contattai e decidemmo di vederci. Ci incontrammo nel suo ufficio magazzino “Art Kitchen” insieme ad altre realtà interessanti di questo mondo come il Mep, Davide di Lecce e Ste-Marta.
Decidemmo di dare inizio a un movimento sparso in Italia. Di conseguenza la mia associazione si è specializzata in assalti poetici a discapito di tutte le altre forme di espressione.

Dici bene, c’è molto disinteresse verso la poesia. Perché, secondo te, questa forma d’arte ha perso il suo ruolo predominante nella letteratura e nella cultura italiana e non?

Questo è un tema molto discusso anche fra noi poeti di strada. Io sono stato spinto a scrivere sui muri, perchè mi resi conto che le frasi sui muri sono più dirette e richiamano l’attenzione, solitamente, dei passanti. Era sia un modo per distinguersi, sia un modo per richiamare l’attenzione. Portare la poesia fra le strade, gratuitamente. Credo poi che la poesia sia molto letta, ma sono troppi i poeti, e spesso sono molto simili fra loro. Io scrivo versi tendenzialmente semplici, a molti piacciono, ma la mia poetica è ben diversa sul beat andante, quindi stimo tantissimo gli altri poeti dei social, che sono davvero tantissimi e anche poco seguiti. Ma mancano dei punti di riferimento; non abbiamo più un Ungaretti, un D’Annunzio, una Alda Merini, anche per questo. Molti scrivono, troppi, ma nella mischia si confondono un po’ tutti.

Quindi credi che la colpa sia per certi versi dei poeti e non della poesia in sé e per sé.
Che comunque, grazie anche a voi, è tornata in auge anche fra i più giovani attraverso i Social Network.

Sì, questo è anche vero. Però la nostra furbizia, se possiamo definirla tale, è stata quella di diffondere in modo alternativo la poesia. Non che un tempo non scrivessero le poesie sui muri, anzi! Diciamo che l’arte deve cambiare continuamente volto per interessare, bisogna trovare tecniche nuove, andare avanti, e sebbene, non abbiamo inventato nulla, siamo stati furbi forse in questo, esprimere in modo alternativo la poesia. Poi per carità, posso anche sbagliarmi.

Avete avuto riscontri positivi nel pubblico?

Dipende, una signora una volta mi ha colpito con la borsa mentre scrivevo un verso con la vernice.
In ogni caso quasi sempre si, poi dipende da ciò che si scrive. Le frasi carine e non volgari tendono a piacere solitamente.

È vero. Poi c’è anche un Festival dedicato interamente alla Street Poetry, che vi permette di esprimervi al meglio. Tu sei uno degli ideatori, giusto?

Quando chiamai Ivan e gli parlai di me gli dissi che non sarebbe stato male fare una ricerca approfondita e creare su un movimento. Lui d’altro canto conosceva già il Mep, Ste-Marta e Davide di Lecce. Io dopo qualche ricerca conobbi i Poeti der Trullo. Le cose sono nate da sole. È stato meraviglioso il fatto di sapere che ragazzi sparsi in tutt’Italia abbiano avuto la stessa idea senza nemmeno conoscersi. Il movimento, comunque, nacque a Milano, dopo una riunione fatta da Ivan, eravamo anche in contatto con Opiemme, ma poi lui ha preferito tirarsi fuori. La spinta e l’idea dei festival l’ho portata io, quando chiamai Ivan e gli suggerii la mia idea, quella di creare un movimento. Ma sarebbe nato lo stesso, perchè stavano nascendo altre realtà come Poesia Pop Corn, Mister Caos, Alfonso Pierro e altri.

E per quanto riguarda la poesia, chiamiamola così, tradizionale, c’è un poeta a cui ti ispiri particolarmente?

In verita no, ma quando scrivo per conto mio mi ispiro a Gregory Corso o ad Alle Gilsberg.

Grazie mille per la tua disponibilità, Mathias.
Vuoi ricordarci come e dove é possibile seguirti e se ci sono eventi che ti interessano in programma?

Le mie poesie/aforismi li potete trovare sul profilo Facebook ed Instagram dei Poeti della Sera e su Poetry Pushers.
Invece il prossimo Festival Internazionale della Poesia di Strada si terrà a Lecce tra qualche mese e mi vedrà coinvolto in prima persona.

Ecco il video della Terza edizione del Festival Internazionale della Poesia di strada:

Tra gli altri poeti e artisti di strada vogliamo citare anche Ste-Marta, Mister Caos, il Poeta della Serra, Poesie Pop Corn, Alfonso Pierro e ancora il gruppo H5N1,  Poesia Viva e Tempi diVersi.

Diffidate da chi dice che la poesia è morta.

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Di seguito tutti i contatti Facebook dei poeti elencati.
Ivanhttps://www.facebook.com/ivan-302045973151284

Opiemme: https://facebook.com/OPIEMME

Gio Evanhttps://www.facebook.com/gioevan7/

Francesca Pels: https://facebook.com/francescapels

I Poeti der Trullo: https://facebook.com/ipoetidertrullo

Poeti della Sera: https://facebook.com/AssociazionePoeti/?refid=17

MeP: https://www.facebook.com/Movimento-per-lEmancipazione-della-Poesia-148077605241202/?fref=nf

 

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